E’ un azzardo ma ammetto che questo Exam, film scritto, prodotto e diretto da Stuart Hazeldine, è la cosa più bella e coinvolgente che ho visto quest’anno. Il film è del 2009 e come sempre se lo sono goduto solo gli inglesi e i mercati di lingua inglese.
L’ambientazione è decisamente semplice visto che il tutto si svolge all’interno di un solo ambiente, la stanza dove otto candidati per ottenere un lavoro dovranno svolgere la loro prova: rispondere ad una domanda avendo 80 minuti a disposizione. Il problema è che agli otto è sottoposto un foglio totalmente bianco sul quale nessun quesito è riportato.
Sono quattro donne e quattro uomini, rappresentanti di tutte le principali etnie del pianeta, che sono usciti da una durissima selezione. Solo il migliore di loro otterrà un prestigiosissimo posto presso una grande industria, leader mondiale nel campo della ricerca farmaceutica che sta sviluppando una cura per la pandemia che impazza sulla terra. Le regole del gioco sono poche e chiare: chiunque le violerà verrà immediatamente eliminato. Tutto ciò che non è espressamente vietato è lecito: e questo dà, ai concorrenti, una libertà d’azione pressoché infinita.
Naturalmente questo a renderà la competizione disumana, trasformando la gara in una vera e propria guerra. Il confronto, in questo film, è ad armi pari, ma le armi, su tutti i fronti, sono illegittime: ovunque si ricorre alla frode, alla meschinità, alla menzogna. La lotta è cruenta ed iniqua non solo quando il forte schiaccia il debole, ma anche e soprattutto quando i contendenti sono tutti forti. È questo ad elevare al massimo il livello dello scontro, facendogli raggiungere picchi di inimmaginabile perfidia. Veramente un film spiazzante, anche il finale, punto nel quale poteva effettivamente franare l’impianto narrativo è decisamente ben congeniato.