Ieri ho visto questo film indipendente dal titolo di “The man from earth” colpito dall’idea di fondo avuta dallo scrittore Bixby, scomparso nel 1988 e autore anche di alcuni episodi di Star Trek.
Narra la storia di un uomo di Cro-Magnon dell’età di 14.000 anni, John Oldman, sopravvissuto fino ai giorni nostri. L’intero film è girato in una piccola casa con veranda, a dimostrazione del bilancio risicato con cui questo film è stato prodotto.
Il film si affida esclusivamente alla conversazione per lo svolgimento della trama, senza effetti speciali, azione, o musica elaborata, in quanto l’intero film non è altro se non una discussione intellettuale tra l’uomo e i suoi amici professori e insegnanti, alla sua festa d’addio.
Geniale premessa e ottima realizzazione anche se due sono le note stonate che verso la fine mi hanno fatto storcere il naso:
– La prima cosa è l’assoluta mancanza di reazioni emotive da parte del protagonista, Oldman, che sembra ormai sopportare come una condanna il fatto di essere in vita da 14.000 anni. Non si innamora più non soffre per la perdita del figlio (o dei figli avuti), segue l’ineluttabilità della sua vita spostandosi ogni 10 anni in una zona nuova. Abbandonando mogli e figli a iosa, mogli e figli che moriranno mentre lui vivrà, cosa che a lui sembra non importare più di tanto.
Dice di perseguire uno scopo ma in reatà non si capisce quale, è un uomo che compie errori e questo crea empatia con chi lo ascolta, non è l’eroe perfetto, è buono ma in realtà anche cattivo perchè non si preoccupa della reazione emotiva che suscita.
Quale è lo scopo di questo film? È possibile far credere alla gente tutto ciò che vuoi, non importa quanto sia assurdo.
– Seconda cosa, fino a circa metà film tutte le cose dette da Oldman sono assolutamente credibili e scientificamente provate a parte due sparate contro la chiesa buttate a casaccio, da far tremare i polsi.
Si cade in difetto quando il film prende la svolta religiosa, premetto che non sono un estremista cattolico ma da credente non sopporto che anche all’interno di un’opera totalmente di fantasia si dicano delle inesattezze tali da rasentare la boiata, è più forte di me, per questo all’epoca lessi il Codice da Vinci solo per rendermi personalmente conto delle inesattezze storiche bestiali che conteneva.
Se un autore dal punto di vista storico, filosofico/religioso dimostra buchi o ignoranza credo non dovrebbe, per rispetto, affrontare certi temi che considero molto delicati.
Nel momento in cui Oldman incalzato dai suoi amici confessa di essere stato crocifisso in quanto Gesù (non ha cicatrici dice lui perchè non inchiodato alla croce ma solo legato, prima boiata assoluta perchè è arcinoto che i Romani inchidassero le mani dei condannati alla crocefissione) di avere rallentato le funzioni vitali e di essere “risorto” il terzo giorno non mi scompone più di tanto, è una finzione.
La cosa che non mi sta bene è quando sostiene che il pensiero di Gesù è una rielaborazione dei concetti di Buddha in salsa Giudaica.
Non spetta a questo blog spiegare la differenza tra gli insegnamenti e la vita di Buddha e di Gesù e sopprattutto la differenza abissale tra Buddismo e Cristianesimo. C’è chi ha detto che Buddha ha portato una saggia dottrina dell’amore, mentre Cristo portò la forza necessaria per questo amore, il Buddismo è una filosofia non una religione come il Cristianesimo ma non voglio dire altro. Spetta a ognuno di noi approfondire l’argomento se si ritiene di farlo.
“The man from earth” rappresenta un’opera incompiuta e un occasione sprecata e un pò leggera come pensiero, con le incongruenze e i suoi difetti bisogna dire però che non annoia e pone domande fondamentali.