Se siete alla ricerca di un buon film di fantascienza per passare due ore in maniera intelligente, Seven sisters su Rai Play in questi giorni, è il film giusto. Opera del 2017 con produzione anglo francese, diretto dal regista norvegese Tommy Wirkola. Noomi Rapace, attrice di cui riconosco la bravura ma che non rientra tra le mie preferite, è comunque molto in parte in questo distopico la cui tematica è piuttosto originale.
Siamo nel 2073 il pianeta si trova in una situazione di sovrappopolazione dovuto a un critico aumento dei parti gemellari e plurigemellari, a loro volta sopraggiunti a causa degli effetti collaterali dei nuovi ortaggi OGM introdotti per scongiurare la fame nel mondo. Per combattere la sovrappopolazione il governo della Federazione Europea, sotto la spinta dell’attivista ecologa conservativa Nicolette Cayman, instaura la legge del figlio unico, secondo la quale tutti i fratelli e sorelle vengono prelevati da un organo preposto, chiamato “Bureau per il controllo delle nascite” (Child Allocation Bureau, CAB), ibernati e messi in stato di sonno criogenico, nel quale resteranno in attesa di una soluzione al problema; inoltre a ogni persona viene consegnato un bracciale speciale contenente tutti i dati di quella persona e un localizzatore.
In questo contesto, Karen Settman muore di parto dando alla luce, in una clinica abusiva, sette gemelle omozigote che vengono nascoste e allevate da suo padre Terence. Egli dà a ognuna il nome di un giorno della settimana e permette loro di uscire di casa nel giorno corrispondente al loro nome. Fuori dalle mura di casa esse condividono l’identità della madre Karen Settman…