Natale si avvicina ed sempre bello vedere film d’animazione che esaltino la fantasia e i valori di una volta.
Quando muore la zia Eleonora, la famiglia di Natanaël eredita una casa sulla scogliera. Una volta preso possesso della casa per le vacanze estive, Nat scopre di aver ricevuto in dono un’intera biblioteca piena dei testi originali di quelle favole che la zia era solita raccontargli. Il problema è che Nat non sa ancora leggere e di tutti quei libri non sa che farsene, finché non scopre che questi nella notte si animano e che i loro personaggi escono dalle pagine e prendono vita. Un giorno, per poter pagare alcune riparazioni della casa, i genitori prendono la decisione di vendere tutti i libri al gretto rigattiere Ramazzatutto, al che l’unica soluzione per Nat per salvare i suoi personaggi è dimostrarsi un eroe e vivere un’avventura come quella dei racconti che ama.
Il cinema, e in particolar modo il cinema d’animazione, si è proposto più volte come un invito alla lettura, rappresentando la letteratura come un mondo magico. Rispetto ad altre storie di questo tipo, Nat e il segreto di Eleonora non si inscrive né in un quadro di epica fantasy (come in La storia infinita, Pagemaster o il più recente Inkheart) né poggia sulla carica eversiva, demenziale e post-moderna di Shrek.
Dominique Monféry, animatore di formazione disneyana, assieme all’italiana Lanterna Magica, rilegge personaggi come Pinocchio, Alice, Capitan Uncino, Cappuccetto rosso e l’Orco cattivo mutuandoli dalle figure delle illustrazioni acquerellate di Rébecca Dautremer. Dai suoi disegni à la gouache trae un mondo dalle linee sottili e allungate, che conserva quel tratto surreale e stilizzato delle sue illustrazioni, anche se ammorbidito e reso più rassicurante. In una scena in particolare alcune inquietudini della Dautremer incontrano il potenziale immaginifico del cartone animato: quando i libri si animano per la prima volta e il piccolo Nat viene letteralmente sommerso da un fiume d’inchiostro e di lettere ammassate. Il resto è pura fiaba ben realizzata.
Fortemente e consapevolmente al di fuori del panorama odierno del cinema animazione per il suo modo di riscoprire il potenziale delle due dimensioni, alle quali si aggiunge un apporto misurato dell’avanguardia tecnologica solo in certi momenti meno fondanti, più apparentemente ordinari, per dare quell’idea di profondità che merita una storia di dimen