Un anziano forestiero compare nelle vicinanze di un villaggio coreano di montagna. Nessuno sa da dove venga. Si sa solo che è giapponese. In breve tempo però iniziano a verificarsi morti misteriose sulle quali indaga il poliziotto Jong-gu. Gli omicidi sembrano essere legati a ritualità demoniache. L’indagine del tutore dell’ordine si fa più pressante e carica di oscuri presagi quando è sua figlia ad essere posseduta.
Terza prova da regista per il sudcoreano Hong-jin che si cimenta con un horror molto apprezzato al festival di Cannes del 2016 e che mi è stato ripetutamente consigliato.
Hong-jin Na conferma l’originalità di uno sguardo assolutamente in grado di accostarsi a un genere innervandolo con una lettura del tutto personale. A partire da un doppio titolo “The Strangers” e “The Wailing” (traducibili come “Gli stranieri” e “Il gemito”). Il repertorio potrebbe essere quello classico: spiriti malvagi, zombie, bambina posseduta, riti satanici. Film che nelle sue due ore e trenta i trattiniene fino al finale che non mancherà di porre interrogativi riguardo il ruolo dei vari personaggi che compongono questa notevole esperienza.