Film bello, girato splendidamente dal regista Guadagnino che si rifà come atmosfere a Visconti, a Io ballo da sola di Bernardo Bertolucci e a Camera con vista di James Ivory che compare anche come Co autore della sceneggiatura insieme allo stesso Guadagnino nell’adattamento dell’omonimo libro. Mi è piaciuta molto la collocazione temporale, gli anni 80 e quella nel nord Italia, le riprese fatte sul lago di Garda a Malcesine su tutte le altre.
Ho apprezzato molto l’atmosfera raffinata e volta che si respira per tutto il film. A mio parere Timothée Chalamet è stato è stato pazzesco, credo ne sentiremo molto parlare, veramente bravo. Armie Hammer non mi è piaciuto, non l’ho trovato in parte, ma sopratutto non ho trovato che si amalgamasse ottimamente con Chalmette, troppa differenza di età e di fisico. Entrambi i protagonisti si dimostrano piuttosto confusi riguardo la loro sessualità, e ci può pure stare ma ripeto, Hammer sembrava il ripetente di turno, era troppo fuori luogo con il suo fisico statuario. Anche Michael Stuhlbarg nei panni del padre di Elio mi è piaciuto parecchio, si tratta di un grande attore, anche parecchio camaleontico.
Trama:
Estate 1983, tra le province di Brescia e Bergamo, Elio Perlman, un diciassettene italoamericano di origine ebraica, vive con i genitori nella loro villa del XVII secolo. Un giorno li raggiunge Oliver, uno studente ventiquattrenne che sta lavorando al dottorato con il padre di Elio, docente universitario. Elio viene immediatamente attratto da questa presenza che si trasformerà in un rapporto che cambierà profondamente la vita del ragazzo.