Il cinema di Stanley Kubrick di Marcello Walter Bruno, Gremese
Questo libro sul cinema di Kubrick completa la trilogia di libri sui tre registi più geniali di sempre, Hickcock, Welles e Kubrick. Titoli come “Lolita”, “II dottor Stranamore”, “2001: Odissea nello spazio” e “Arancia meccanica” sono definitivamente entrati nel linguaggio comune. Personaggi e immagini di film come Spartacus, Barry Lyndon e Full Metal Jacket hanno segnato l’immaginario comune, finendo con l’essere di continuo oggetto di citazioni (anche nella pubblicità, nei videoclip e nei cartoni animati come «I Simpson»]. Stanley Kubrick in mezzo secolo di attività ha realizzato solo tredici lungometraggi, raggiungendo però un tale livello di perfezione tecnica e profondità di contenuti da meritarsi la fama di provocatore intellettuale e di autentico genio del cinema (paradossalmente, come Welles e Hitchcock, mai premiato con un Oscar alla regia). Questa monografia non è dedicata al mito del “personaggio” Kubrick, autore di culto su cui si è sbizzarrita la fantasia giornalistica, ma esclusivamente all’analisi della sua opera. I suoi film – da “Fearand Desire” all’ultimo, controverso “Eyes Wide Shut” – vengono non solo ripercorsi e interpretati come tappe di uno straordinario percorso artistico individuale, ma anche collocati nel più ampio contesto culturale della storia del cinema e della società statunitense, sull’uno e sull’altro versante con un’eccezionale ricchezza di riferimenti incrociati, notazioni tecniche e retroscena. Stimolante e non convenzionale, il volume di Marcello Walter Bruno offre a tutti gli appassionati più di una chiave di accesso ai temi e allo stile del creatore di “Shining”. Ed evidenzia, a distanza di molti anni dalla scomparsa del regista, la perdurante novità di tutta la sua opera.