È mentre noi continuiamo a farci conoscere in tutto il mondo solo per produzioni a base di mafia nostrana come Suburra la serie tv italiana prodotta da Netflix ecco che i tedeschi sempre per stesso canale se ne escono con Dark. Una complessa serie tv che mescola abilmente Lost (è I suoi epigono Leftovers e Flashforward) e Twin peaks con Stranger Things e Ritorno al futuro. Una vera pacchia, misteri su misteri, una struttura a scatole cinesi che disorienta e rende questa serie tv estremamente appetibile.
«La divisione tra passato, presente e futuro ha solo il valore di un’ostinata illusione» Albert Einstein
Quello che si intuisce nei primi due episodi è che i viaggi temporali rivestiranno un importanza fondamentale all’interno della serie prodotta da Baran bo Odar e Jantje Fries, si alternano infatti due piani narrativi separati da 33 anni, quello del 2019 e del 1986, per seguire dei casi che appaiono simili o quantomeno ricorrenti. C’è la sparizione di alcuni ragazzi a far decollare una storia che coinvolge quattro famiglie e che impegna i detective Ulrich Nielsen e Charlotte Doppler; c’è una misteriosa caverna in qualche modo collegata alla vicenda; c’è la cittadina, Winden, con tutti i suoi segreti e misteri di carattere quotidiano che coinvolgono i membri della comunità; c’è la centrale locale, che si ricollega ad una sottotrama legata al nucleare che rimanda all’incidente di Chernobyl dell’86; c’è, soprattutto, una gestione dei diversi piani temporali, con tutti i paradossi e le correlazioni del caso tra un periodo storico e l’altro.
Vi aggiornerò man mano che vedrò il resto delle puntate.