Film intelligente e intellettuale questo vero e proprio gioiello del sempre vivo cinema Argentino con un grandissimo Oscar Martinez. Lo scrittore cinico e disincantato che ritorna al paesello natio trovando tutta l’ignoranza genuina e ruspante tipica dei luoghi periferici non è mera esagerazione. Come dice lo stesso Mantovani “quando la realtà supera la fantasia”: l’inaugurazione del busto per niente somigliante, il camion dei pompieri, la reginetta di bellezza, il concorso di pittura, l’esaltazione della grigliata, tutto terribilmente vero.
Trama
Daniel Mantovani, premio Nobel per la letteratura, l’ha profetizzato nel suo antiretorico discorso svedese: la massima onoreficenza farà di lui un monumento, spedendolo anzitempo al museo. Da cinque anni, infatti, non scrive niente di nuovo, e sono più gli inviti che rifiuta di quelli che accetta. Quando però arriva via lettera una richiesta da Salas, minuscolo paese argentino, decide di andare. A Salas, Daniel Mantovani è nato e cresciuto, e da là è fuggito, senza mai tornare, quarant’anni or sono, costruendo la sua identità sul rifiuto di quel luogo e della sua mentalità. Una volta in Argentina, lo scrittore è oggetto di un’accoglienza trionfale, ma col passare dei giorni le cose peggiorano, le sue opinioni non piacciono, si solleva un malumore sempre più generalizzato,un’aria nientemeno che di violenza.