Fargo

Sono parecchio indietro con le serie tv che sto seguendo ma sono felice di avere finito la prima stagione di Fargo così forse riuscirò a vedere anche il finale di stagione di 11.22.63 prima dell’inizio di The game of thrones il 24 aprile. 
Fargo è una serie antologica del 2014 (come True Detective) ideata da Noah Hawley si ispira liberamente all’omonimo capolavoro noir (1996) dei fratelli Joel ed Ethan Coen, che partecipano alla realizzazione della serie in veste di produttori esecutivi: uguale lo sfondo, la provincia profonda dell’innevato Minnesota, il volto spietato di vari personaggi, ma anche il sottile black humor e le spiazzanti punte grottesche. Come True Detective anche Fargo non è solo una serie tv bensì un vero e proprio film in più puntate, nel suo caso 10. Tutto è ai massimi livelli, sceneggiatura, attori, fotografia e regia.

L’assicuratore fallito Lester Nygaard (il ruolo che fu di William H. Macy passa qui a un altrettanto convincente Martin Freeman) è qui spinto all’uccisione della moglie dal casuale incontro con l’incallito criminale Lorne Malvo (un grande Billy Bob Thornton, già agli ordini dei Coen tra il 2001 e il 2003 ne L’uomo che non c’eraPrima ti sposo, poi ti rovino), che lo trascina in un’ingovernabile spirale di uccisioni. Anche in questo caso, l’indagine è in mano a un’ostinata vicesceriffo della cittadina di Bemidji (la premio Oscar Frances McDormand lascia qui il ruolo alla giovane Allison Tolman), presto coadiuvata da un più esperto agente del capoluogo di contea Duluth (il figlio d’arte Colin Hanks).

Se il film dei Coen aveva conquistato due premi Oscar (miglior sceneggiatura originale e miglior attrice protagonista), la prima stagione della serie ha raccolto tre Emmy Award (miglior miniserie, miglior regia e miglior casting per un film, miniserie o speciale drammatico) e due Golden Globe (miglior miniserie e miglior attore protagonista in una miniserie o film per la televisione a Billy Bob Thornton).