Caspita anche questo Trumbo è un gran film. Non concorre per la statuetta per migliore pellicola ma ha la candidatura, strameritata, per attore protagonista per un grandissimo Bryan Cranston.
Fine anni quaranta (in pieno maccartismo vedi anche Il ponte delle spie oppure Good Night, and Good Luck e Indiziato di reato) la carriera di successo dello sceneggiatore Dalton Trumbo subisce un arresto, quando lui e altre figure di Hollywood vengono incluse nella lista nera per via delle loro simpatie comuniste. Trumbo inizia una lotta contro il governo e i boss degli studios, nonostante ciò trovò il modo scrivere, sotto pseudonimo, altri film di successo, come Vacanze romane e La più grande corrida.
Interessantissimo oltre alla storia di questo uomo coraggioso è la descrizione della Hollywood dell’epoca, che rivedremo nel nuovo film dei fratelli Coen, Ave Cesare!.
L’occhi del regista indugia sulla perfida Hedda Hopper, una delle più famose pettegole di Hollywood (presente anche in Viale del tramonto), giornalista che aveva una seguitissima rubrica di gossip sui più diffusi giornali americani, la quale non esce veramente molto bene da questa storia. Come anche Edward G. Robinson e John Wayne.
Ma nel 1960 il regista Otto Preminger compie un gesto eclatante: rivela che Trumbo è stato incaricato della sceneggiatura di Exodus , tratto dal romanzo di Leon Uris. Il desiderio di verità e di giustizia si sta facendo strada: Kirk Douglas rende noto che Spartacus, con la regia di Stanley Kubrick, ha avuto origine dalla magia di Trumbo. A dare la spallata definitiva ai fanatismi è il neoeletto John F. Kennedy: superando gli sbarramenti entra in un cinema di Washington dove si proietta Spartacus . «Un bel film», commenta all’ uscita. l suo giudizio pone fine a tutte le ostilità. Da quel momento Trumbo è riaccolto nella Mecca del cinema e può riprendere apertamente la penna in mano.