Premetto che questo film non piacerà a tutti, in molti non lo hanno apprezzato per niente ma io si.
In Irrational Man abbiamo un professore di filosofia alcolizzato e nichilista, una giovane studentessa che cede romanticamente al suo fascino da maledetto e intellettuale, c’è il racconto di chi si sente chiuso e intrappolato nell’insensatezza della vita e poi trova la via d’uscita nell’agire omicida e “a fin di bene”. Ci sono le questioni morali che s’intrecciano con quelle sentimentali, e un andamento che gioca di continuo con l’alternanza tra luci e ombre, tra cupezza e sorriso.
Si sa che la critica più grande che gli si può muovere è di ripetersi film dopo film.
Da sempre Woody ci ricorda che Dio è morto, Marx è morto e anche lui si sente (esistenzialmente) poco bene. I suoi personaggi sono testimonial di questo suo profondo disagio a proposito del quale non smette mai di interrogarsi.
Come in Crimini e misfatti, come in Match Point o come in Sogni e delitti (ma anche come in Misterioso omidicio a Manhattan), qui Allen parla di delitto e castigo. Come in Vicky Cristina Barcelona, Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni o Magic in the Moonlight, parla di amore e destino. Come in tantissimi altri film, come sempre, parla di pessimismo e di esistenza, e come affrontare, con quale spirito, la vita e gli eventi.