Dei tanti film dedicati alle avventure del simpatico ladro gentiluomo, ideato da Monkey Punch, Lupin III – Il Castello di Cagliostro è il più amato, ricordato, apprezzato e, col passare degli anni, è diventato una vera pietra miliare del cinema di animazione giapponese. Il fatto che in cabina di regia ci sia Hayao Miyazaki non fa che alimentarne la leggenda. Nonostante il “periodo Ghibli” sia ancora di là da venire (lo studio verrà fondato anni dopo, in concomitanza dei lavori su Nausicaa), alcuni temi classici della poetica e dello stile Miyazaki si ritrovano già in questa pellicola: l’attenzione per le eroine femminili dolci e sfortunate, ma al tempo stesso volitive e tenaci, un velo di nostalgia che permea la trama, la brillante costruzione di sequenze ricche di azione (quella che vede protagonista la mitica 500 gialla è forse la scena d’inseguimento più celebre della storia del cinema di animazione), la cura dedicata ai fondali e alle animazioni, queste ultime curate da Yasuo Otsuka, character designer della serie televisiva.
Primo film nella storia del cinema di animazione a essere presentato a un Festival (di Cannes, nel 1980), Lupin III Il – Castello di Cagliostro offre un palcoscenico privilegiato per il ladro dalla giacca verde, qui assoluto protagonista e capace di relegare in secondo piano gli altri carismatici personaggi della serie animata, Fujiko, Jigen, Goemon e Zenigata.
Nonostante siano passati oltre venticinque anni dalla sua realizzazione, Lupin III – Il Castello di Cagliostro riesce ancora a entusiasmare, divertire e stupire, grazie a una sceneggiatura brillante e ben bilanciata, ironica e irriverente e a una realizzazione tecnica che lascia anche oggi a bocca aperta.