Come si scrive un giallo, Chesterton, Sellerio
Mi piacciono molto testi come A proposito del giallo Autori, personaggi, modelli di P.D. James dove famosi scrittori raccontano la loro esperienza e il loro rapporto con la scrittura gialla. Per questo consiglio anche la lettura di questo Come si scrive un giallo.
Chesterton apre questa raccolta di scritti, a metà tra il saggio critico e la divagazione sul poliziesco, con una doppia ironia: che nel giallo «la tecnica è tutto» e che lui stesso «ha scritto alcuni dei peggiori gialli del mondo». Se fosse vero non esisterebbe Padre Brown, le cui avventure sono tutt’altro che l’applicazione di una mera tecnica, e ancor meno tra i peggiori gialli del mondo. Si tratta infatti di due paradossi presi a pretesto per entrare, nel modo leggero e denso di umorismo che gli era proprio, in una polemica contro i detrattori del genere, coloro che consideravano inesistente «il giallo di qualità come un diavolo buono», ed erano probabilmente allora la maggior parte della opinione pubblica colta.
Un’impresa alla quale Chesterton si accinge spiegando come si scrive un giallo, come si lavora nella officina del mistero e della sorpresa, e intrattenendosi su alcuni dei migliori artefatti. Ma in realtà parlando di come un giallo si debba leggere, come scoprirne la qualità, come cedere al suo incanto razionale senza cadere nel vizio della serialità. «Il giallo è un gioco che il lettore gioca con l’autore» e «differisce da ogni altro racconto in questo: che il lettore è contento solo se si sente scemo». Ragion per cui si può essere buoni lettori di gialli solo se non si è scemi.