Orizzonte perduto di James Hilton, Editore Sellerio, Palermo – 2006.
Il romanzo è ambientato a Shangri-La, un monastero tibetano che ospita una antichissima e segreta città di saggi, raccolti da ogni parte del mondo, di sesso, cultura, religione e temperamento diversi, che meditano, studiano, vivono estremamente longevi e passabilmente felici senza inseguire un preordinato disegno di felicità – e soprattutto senza preoccuparsi di imporlo per le vie della religione o della condotta o dell’utopia.
Orizzonte perduto racconta l’avventura di quattro persone che vi giunsero, quello che videro e il destino che li inseguì da quella esperienza. Un’avventura etica, esoterica, sapienziale; ma soprattutto, dovrebbe dirsi, un’avventura rooseveltiana escogitata in anni in cui i totalitarismi, architettando l’Uomo Nuovo, ingigantivano tutte le antiche archeologie di morte.
Il libro si ricollega al mito del Re del mondo, anche se l’azione in questo caso si svolge in un inaccessibile monastero Tibetano, il romanzo è molto bello e si legge tutto di un fiato, vale la pena di vedere anche il film di Frank Capra del 1937.Per ogni sua relazione con Lost vi lascio alla puntata numero quattro di LostPod che contiene l’intervento di Faramir.