Sono in piena frenesia Twin Peaks, grazie all’ascolto del podcast di Fararmir sono riuscito a recuperare un articolo storico scritto da Paolo Toselli
Twin Peaks – Twin Peaks, Whitley Strieber e gli UFO
Che ci sono andati a fare gli UFO a Twin Peaks?
di Paolo Toselli
Tempo fa, quando Fox e Dana dovevano ancora essere partoriti dalla mente di Chris Carter, andava di gran moda, anche in Italia, la serie televisiva intrisa di giallo e horror I segreti di Twin Peaks. A dirigerla era David Lynch, definito da molti il regista dell’inquietante e dell’assurdo. La serie, come X-Files, ebbe il suo esordio su Canale 5 nella primavera del 1991.
Con un ascolto medio di 8 milioni di telespettatori, veniva delineato un volto insolito della provincia americana legato a traffici illeciti, prostituzione e culti demoniaci. Dietro un’apparente tranquillità, i protagonisti avevano una doppia vita. A Twin Peaks insomma nessuno era quello che sembrava e tutti avevano qualcosa da nascondere. Su questa base, e dietro l’ossessionante interrogativo “Chi ha ucciso Laura Palmer?”, si dipanavano le vicende sentimentali dei vari personaggi, alternate a tocchi macabri e risvolti paranormali.
Senza fare alcun paragone con X-Files (anche se nella serie David Duchovny impersonava il ruolo di un agente travestito da donna), forse non tutti hanno memoria del fatto che nel gran calderone misteriosofico de I segreti di Twin Peaks avevano trovato posto anche gli UFO. Nessuno li ha veramente visti, ma se n’è parlato.
Senza alcun preavviso, al settimo episodio della seconda serie, andato in onda – in Italia – il 24 aprile 1991, uno dei protagonisti, il maggiore dell’Aeronautica Garland Briggs, scompare misteriosamente, ma, indizio interessante, una foto a lui scattata tempo addietro rivela tre segni triangolari, come delle cicatrici, dietro l’orecchio. Un particolare insignificante? Non proprio, in quanto due puntate dopo un’anziana signora che si aggira sempre con un “ceppo” in braccio riferisce di una strana cicatrice, identica a quella del maggiore Briggs, che ha sulla gamba. Sarebbe emersa quando aveva sette anni dopo che era scomparsa per un’intera giornata nel bosco. Tutto quello che ricorda è una luce fortissima e il “canto dei Gufi”.
A questo punto, per gli addetti ai lavori e gli indagatori dell’insolito, il riferimento è palese: l’immaginario messo in campo, a partire dalla metà degli anni ’80, dai libri dell’ufologo/pittore Budd Hopkins (Missing Times e Intruders, quest’ultimo pubblicato in Italia dall’editore Armenia) intorno all’epidemia di casi di “rapimento UFO” e dal best-seller Communion (tradotto da Rizzoli) in cui il noto scrittore di romanzi Whitley Strieber racconta di essere stato ripetutamente prelevato da creature aliene fin dall’infanzia, aveva già pervaso la cultura popolare statunitense a tal punto da meritare citazioni anche nell’opera di Lynch. Di fatto, il libro di Strieber alla sua uscita negli USA nel 1987 era giunto ai primi posti nelle vendite, superando addirittura i contemporanei romanzi di Stephen King.
Mentre è attraverso Hopkins che si è diffuso lo stereotipo delle cicatrici portate dai “rapiti” quale presunto risultato di una apparente operazione di prelievo cellulare occorsa mentre erano stati prelevati quand’erano bambini, è invece nei racconti di Strieber – il cui successo fa appello al “pozzo di misticismo” che torna sempre in ballo in America – che ritroviamo la fonte delle altre citazioni. In uno dei suoi tanti incontri coi “visitatori” – che sovente avevano come sfondo un bosco -, nottetempo lo scrittore si svegliò d’improvviso in preda a una netta sensazione di disagio e con in mente il ricordo di aver visto una civetta che lo fissava attraverso la finestra. In seguito lui stesso interpreterà questo particolare come un ricordo di copertura che nascondeva un’esperienza traumatica.
Nel decimo episodio di Twin Peaks, viene rivelato che il maggiore Briggs, nel frattempo ricomparso, svolgeva indagini sugli UFO ed era stato nientemeno che un membro del Progetto Libro Azzurro, “quando l’FBI passò l’indagine nel 1965 all’USAF” precisa l’ufficiale.
Dale Cooper, agente dell’FBI, era stato chiamato nellla cittadina di Twin Peaks per scoprire l’assassino della giovane Laura Palmer. Dopo la soluzione del caso, una nuova serie di misteriosi delitti aveva continuato a sconvolgere la località. Cooper si rese conto che il responsabile di queste morti era Windom Earle, un suo ex-collega. Briggs rammenta che Earle era uno dei maggiori ricercatori del Progetto. Ma quando il suo interesse si spostò dagli spazi siderali ai boschi intorno a Twin Peaks, “i suoi discorsi si fecero sempre più complessi”.
Un accostamento un poco forzato, quello del Blue Book, il principale progetto istituito dall’Aeronautica statunitense per la raccolta dei dati e lo studio del fenomeno UFO e cessato nel 1969, interpretabile forse solo da un eventuale fascino operato dallo stesso sulla fantasia di Lynch, che lo utilizza anche nel penultimo episodio della serie, messo in onda nel nostro paese in contemporanea con gli Stati Uniti.
Alla fine il maggiore Briggs, sottoposto al siero della verità dallo stesso Earle, rivelerà di essere stato con “loro”, non chiarendo tuttavia se si riferiva agli alieni o ad altre entità soprannaturali. E così gli UFO si mischiano a entità demoniache, luoghi, tempi (“quando Giove e Saturno sono in congiunzione”), simbolismi (unendo i tatuaggi del maggiore Briggs e della “signora del ceppo” emerge un disegno che assomiglia a quello presente nella caverna dei Gufi, un petroglifo di origine ignota) e rituali magici per entrare in contatto con “loro”. La confusione regna sovrana.
Diverso messaggio è contenuto nell’episodio “Terrore dall’infinito” del fumetto Dylan Dog pubblicato pochi mesi dopo la programmazione di Twin Peaks e recentemente ristampato. Il numero, anche in questo caso, è stato interamente ispirato da Communion. Il libro di Strieber ha fornito spunti per l’immagine dell’alieno e l’idea di fondo (il protagonista si chiama Whitley!): la trama, firmata da Tiziano Sclavi, è invece originale e imprevedibile.
Il redattore di una casa editrice specializzata in ufologia [sic!] è vittima di una serie di esperienze allucinanti tra realtà e incubo. Piccoli alieni, in perfetto stile “grigi”, lo prelevano da casa e lo fanno regredire a quando era bambino stimolando con un ago il suo cervello. UFO giganteschi lo inseguono, un gufo (di nuovo!) lo ossessiona, strani e insistenti colpi lo svegliano di notte, sinché non si convince di essere sottoposto ad alcune sedute di ipnosi. Allora emergono i “veri” ricordi della sua infanzia: la morte del suo fratellino, un padre violento, un compagno immaginario (l’alieno), l’incendio della sua casa. Tutti questi orrori, reali, ma troppo grandi per un bambino, furono rifiutati dalla sua mente che preferì “trasformarli”. Una soluzione controcorrente rispetto alla moda americana – non condivisa da molti per fortuna – che vorrebbe spiegare, spingendosi all’estremo, tutti o quasi i traumi dell’infanzia con interferenze da parte di non meglio identificati “alieni”. Interessante e riflessiva è la conclusione del racconto, lasciata alla penna di Dylan Dog.
“Non ci sarà mai la risposta alla domanda principale: che cos’erano, che cosa sono gli UFO? Proiezioni dall’inconscio, d’accordo, ma li abbiamo visti anch’io, Bronsky e Laura… ed erano reali, concreti… Già, lo spazio, l’infinito da cui vengono i dischi volanti forse è nella mente di ciascuno di noi…”