di Riccardo Nencini
Un bel libretto per conoscere la Firenze del Dopoguerra vissuta da Oriana Fallaci. Piccola, densa, guida della città, delle sue vicende storiche, dei suoi grandi personaggi, e di tanti suoi angoli più o meno noti, rievocati a partire dai luoghi fiorentini della grande giornalista. Da San Frediano, dove Oriana nasce nel 1929, e che la vede coraggiosa staffetta partigiana, agli sfondi cittadini dei «momenti terribili» che plasmano l’indole della futura inviata di guerra, a via Ricasoli, sede del Mattino, dove muove i primi passi nel giornalismo.
Nascere sulle rive dell’Arno è un segno distintivo, ma lo è ancor di più decidere di morirvi dopo anni vissuti di là dall’oceano. Nella camera 409 la finestra è spalancata su piazza del Duomo e sulla cupola di Brunelleschi, dentro, ormai stanca, aspetta di morire Oriana Fallaci. Natura ribelle e carattere focoso, degna rappresentante, come tutti i grandi, insieme a Montanelli e Malaparte, della categoria degli acci: fiorentini sarcastici, irritabili, gelosi, gente che punge. Riccardo Nencini ci accompagna nei luoghi di Firenze cari alla scrittrice, in quelli insoliti, dove non batte mai il sole, e in angoli dalle storie segrete. Si ritrova la città di Dante soldato, del Giotto usuraio, dei tormenti del giovanissimo Masaccio e quella di un architetto-gelataio che progetta in riva d’Arno il primo preservativo: un nuovo sguardo su una delle città più conosciute al mondo.
Un percorso che si distingue per la cura nei dettagli, quel lavoro di fino che nulla ha da invidiare agli artigiani del Mercato Vecchio, che degli artigiani ha anche la schiettezza tipica di un popolo che dalla “propria sguaiataggine seppe ricavare della leggiadria”.