Sirmione grotte di Catullo

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Oggi visita all’area archeologica comprende i resti della vasta e lussuosa villa romana nota dal Rinascimento come “Grotte di Catullo” e risalente all’epoca augustea (fine I sec a.C. – inizi I sec d.C.).
All’interno dell’area archeologica si trova anche un Museo, in cui sono raccolti reperti più antichi rinvenuti nella penisola di Sirmione.

La denominazione di “Grotte” deriva dai resoconti dei primi viaggiatori che, nel Quattrocento, scambiarono le rovine dell’edificio, coperte dalla vegetazione, per grotte naturali. In passato si pensava anche che la villa fosse appartenuta al poeta veronese Catullo (84-54 a.C.), che a Sirmione, dove possedeva una casa, dedicò celebri versi. La villa, però, non può essere appartenuta a Catullo perché è stata costruita dopo la sua morte.

Si è ipotizzato che l’edificio appartenesse alla Gens Valeria, una famiglia aristocratica di Verona. Nel II secolo a.C. la villa fu forse di Caio Erennio Ceciliano, questore della Gallia Narbonese, membro del Senato romano e patrono di Verona.

Un uliveto composto da circa 1500 piante che appartengono alle varietà tradizionali coltivate sul lago di Garda occupa lo spazio dell’antico giardino della villa e si estende in ampie zone dell’area archeologica. Fanno parte dell’uliveto anche piante storiche, vecchie di 400-500 anni.

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