Sabato 1 ottobre nell’ambito della18^ edizione di Palazzi Aperti il cui tema è “Dal Concilio all’800-i palazzi al centro del cambiamento” abbiamo visitato Palazzo Roccabruna costruito nel XVI secolo per volontà di Gerolamo Roccabruna, canonico della cattedrale di Trento, l’edificio dichiara la propria funzione di rappresentanza fin dalla facciata su cui spiccano i segni celebrativi della grandezza del cardinale Madruzzo e del Canonico suo collaboratore. All’interno tra due ali di Cesari si dispiega un avvolto in stucco con decorazioni floreali, è l’androne: il trionfo del classicismo rinascimentale. Il Concilio di Trento è lo sfondo storico che anima la vita trentina del Cinquecento ed è in questo periodo che l’ambasciatore del re di Spagna, il Conte di Luna, sceglie il Palazzo come sede ufficiale della sua delegazione. Il salone principale a lui dedicato celebra le glorie dei Roccabruna; fin dall’ingresso, lo sguardo è catturato da una sequenza di simboli: un sole giallo e nero, emblema del Canonico, un eliotropio fiorito e le lettere N, S, M. Recenti studi hanno rivelato che dietro all’enigma si nasconde il motto personale di Gerolamo: “neppure la sorte potrà toccarmi”. Oltre la parete di fondo si apre la Cappella privata dedicata a San Gerolamo. E’ uno dei pochi oratori cittadini che conservi un completo e raffinato apparato pittorico di fine Cinquecento. Una tradizione del secolo scorso attribuirebbe addirittura a Tiziano il volto del Canonico.
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