Rifkin’s Festival è il 49esimo film di Woody Allen, il primo dopo la fine dell’accordo con Amazon e il ciclone (ri)sollevato da Mia Farrow.
Lo dirò subito, si tratta di un film minore, un film su una crisi, su una depressione, Mort, il protagonista «un buffet ambulante di nevrosi», è in preda al panico: da una parte teme che la sua fantasia, ossia che Sue lo stia tradendo con Philippe, sia vera, e dall’altra teme di aver smarrito da tempo il piacere di vivere.
Di notte sogna questo tradimento immaginandosi le sequenze di film che adora: Quarto potere, Jules & Jim di Truffaut, Fino all’ultimo respiro,Il settimo sigillo, Otto e mezzo, L’angelo sterminatore, Persona percui un film alleniano e citazionista come solo lui sa fare. Il film è piacevole, se amate Allen naturalmente. Temo sarà forse l’ultimo che vedremo purtroppo.