Dispatches from elsewhere è una serie tv in onda su Amazon scritta, prodotta, diretta (il primo e il decimo e ultimo episodio della serie) e recitato da Jason Segel… ovvero l’importanza di formare comunità.
La serie tv ha tutte caratteristiche per essere un cult, una serie di intricati misteri ed enigmi vengono annunciati dall’inquietante Octavio Coleman Esquire (Richard E. Grant), che ci introduce alle vite dei 4 protagonisti della storia, il tutto tra Lynch, Alice nel paese delle meraviglie, le follie complottiste di Qanon e Il meraviglioso mondo di Amelie.
I 4 che diventeranno un gruppo unito di amici vivono vite banali: abbiamo Peter anonimo impiegato destinato ad una grigia esistenza, Simone la strepitosa e leggera Eve Lindley, Janine, la divertentissima Sally Field, piacente anziana alla ricerca d’affetto e il quarto complice Fredwynn (Andrè 3000), l’antipatico saccente complottista, il mio preferito.
I 4 vivranno una serie di esperienze nelle quali sarà facile confondere la realtà con la finzione, il tutto attraverso spazi di arte pubblica in una stupenda Philadelfia, stanze segrete e marchingegni misteriosi in un gioco fortemente intellettuale che propone un tema molto attuale. Viviamo vite che ci potrebbero costringere ad isolarci dal mondo ma dobbiamo ridestarci, unirci in comunità tenendo a mente la Lostiana “live togheter, die alone”,uscire dall’isamemto e ritrovare la voglia di vivere le nostre vite.
Nel 2008 l’artista di Oakland Jeff Hull organizzò un gioco collettivo di realtà alternativa chiamato Jejune Institute: più di 10mila partecipanti hanno preso parte alle varie attività del gioco, cogliendo indizi disseminati per la città attraverso volantini, risolvendo indovinelli e venendo coinvolti in una specie di caccia al tesoro esperienziale che era anche un esperimento psicologico collettivo. Raccontato nel documentario del 2013 The Institute, da questo trae ispirazione la serie.