The weird and the eerie. Lo strano e l’inquietante nel mondo contemporaneo di Mark Fisher, Minimum Fax
«Tutti i miei racconti si fondano sulla premessa fondamentale che leggi, interessi ed emozioni umane comuni non abbiano alcuna validità e significato generale nell’universo», scriveva Lovecraft
Perché questo saggio è importante?
Mark Fisher, noto anche con lo pseudonimo di k-punk (11 luglio 1968 – 13 gennaio 2017), è stato un filosofo, sociologo, critico musicale, blogger, saggista ed accademico britannico. Questo saggio a mio parer si rende fondamentale per la lettura dei tempi che stiamo vivendo. La forte progressione tecnologica ha portato la società di fronte ad una strada senza ritorno ma piena di paure. Fisher le analizza attraverso un impianto testuale ricco di rimandi al mondo della musica, del cinema, della letteratura ascrivibili a due categorie dello strano e dell’inquietante, una stranezza che troviamo però attraente. Philip Dick, Lovecraft, David Lynch, Christopher Priest, Brian Eno, Stanley Kubrick e Christopher Nolan e tanti altri.
“The Weird and the Eerie” è l’ultimo libro pubblicato in vita da Mark Fisher, scrittore e critico culturale inglese che anche nel nostro paese sta ora raccogliendo grande interesse. Nel ricordare l’amico, Simon Reynolds ha scritto: «Costruendo, con incomparabile rigore ed eloquenza, un ponte tra estetica e politica, critica e attivismo, Fisher costituiva il modello esemplare di intellettuale impegnato… un “John Berger post rave”, potremmo dire». Quest’ultima definizione consente anche di inquadrare The Weird and the Eerie, in cui s’indagano – tra letteratura, musica e cinema – due forme del sentire e del narrare che non hanno una perfetta corrispondenza nella nostra lingua. Solo approssimativamente, infatti, il weird può essere reso con «strano» e l’eerie con «inquietante». Fisher segue e spiega queste due categorie attraverso le arti e le epoche: il weird si rivela così nei racconti di H.P. Lovecraft, nelle canzoni dei Fall, nei romanzi di Philip K. Dick e nei film di David Lynch, mentre feerie si manifesta nell’opera di scrittori, musicisti e registi come Margaret Atwood, Brian Eno, Stanley Kubrick e Christopher Nolan. «Il fascino di weird e eerie non è sintetizzabile nell’idea che “ricaviamo piacere da ciò che ci spaventa”. Ha piuttosto a che vedere con l’attrazione per l’esterno, per ciò che sta al di là della percezione, della conoscenza e dell’esperienza comune», scrive l’autore. In questo libro, il reale si apre dunque all’ignoto, all’incubo e all’incanto.