Il manoscritto. Come la riscoperta di un libro perduto cambiò la storia della cultura europea di Stephen Greenblatt, BUR
La scoperta del De Rerum Natura di Lucrezio
Nel 1417, in un’epoca in cui per impadronirsi di un testo antico si poteva rubare o uccidere, l’umanista Poggio Bracciolini scoprì in un monastero tedesco l’unica copia sopravvissuta del poema filosofico di Lucrezio, De rerum natura. Oggi Il manoscritto racconta l’impatto delle idee di Lucrezio – intorno agli atomi, agli dèi e alla loro assenza, alla felicità umana – su artisti e pensatori come Botticelli e Giordano Bruno, Montaigne e Shakespeare, Freud e Einstein. Con il passo e la felicità del narratore Greenblatt dimostra in queste pagine appassionanti che i grandi libri cambiano la storia del mondo.
Poggio Bracciolini, dopo aver attraversato le “colline e le valli boscose della Germania meridionale”, fino al monastero di Fulda. E fu proprio in quel luogo lontano “che si riteneva conservasse una notevole quantità di manoscritti antichi”, che finalmente il grande umanista trovò quello che tanto invano aveva cercato, restituendo al mondo un testo di rara bellezza, in cui la dottrina di Epicuro, fedelmente esposta da Lucrezio, diveniva, prendendo in prestito le parole di Blaise Pascal, “comprensibile al cuore”.
Un passato che intriga e che mortifica
di gloria di dolore di servaggio
di orrori di bellezza di rovine
inquietanti lontane irripetibili.