3 ore e 28 minuti di film, The irishman, l’incredibile epopea gangster di Martin Scorsese! Gran film ma dopo averlo visto ho capito perchè con una durata simile solo Netflix si sia fatto avanti per produrlo. Il precedente film, Silence, durava 2 ore e 41 minuti, probabilmente la prossima opera del grande rewgista durarà sicuramente più di 4 ore :-). A parte gli scherzi, qui si raccontano 25 anni di storia degli Stati Uniti (dal trasporto delle armi per l’assalto alla Baia dei Porci, alle decisioni della Cupola mafiosa relative all’assassinio dei Kennedy, all’eliminazione fisica del più importante sindacalista della Nazione Jimmy Hoffa).
3 grandi attori si confrontano in gara di bravura: De Niro (Sheeran) capitalizza sulla sua abilità di aprire spiragli nella maschera indecifrabile di un uomo qualunque; Pesci (Bufalino) gli fa a gara in sottrazione, contraddicendo la sua reputazione di show off; e Pacino (Hoffa) controlla i toni enfatici a favore di un’irresistibile bonomia.
Purtroppo per Scorsese credo che delle 10 candidature non saranno molte quelle che si concretizzeranno, però si tratta di un gran film che si rifà ai classici del genere.
Frank Sheeran è un veterano della Seconda Guerra Mondiale e un autista di camion quando incontra l’uomo del destino, Russell Bufalino, boss della mafia a Filadelfia, che vede in lui il tratto principale di un buon ufficiale: l’affidabilità. Le famiglie di Frank e Russell stringono un’amicizia che va al di là (ma non al di sopra, come vedremo) del business. Russell è così fiero di Frank che lo presenta a Jimmy Hoffa, il capo del sindacato dei camionisti, più popolare di Elvis e dei Beatles messi insieme. Hoffa è vulcanico e brillante, calcolatore e stratega, ma anche affettuoso e seducente. Frank non è immune al suo carisma e diventa il suo guardiaspalle, il suo consigliere e, forse, il suo miglior amico. Il viaggio di questi tre personaggi attraverso gli Stati Uniti e la Storia americana è la stoffa di cui è fatto il cinema.