Esattamente due giorni dopo il giorno dedicato a San Romedio, avendo un giorno libero durante la settimana, siamo stati in Val di Non a visitare l’antico Santuario. E’ un luogo che ben conosco, ci sono stato svariate volte da ragazzo con i miei genitori ma era da almeno 8-9 anni che non ci tornavo.
Il Santuario di San Romedio nelle vicinanze di Sanzeno in Val di Non è sicuramente il più interessante esempio di arte cristiana medioevale presente in Trentino. Si tratta di un noto luogo di pellegrinaggio, costruito su una rupe calcarea alta oltre 70 metri.
Immerso in una splendida cornice naturale, il complesso architettonico è formato da più chiese e cappelle costruite sulla roccia. L’intera struttura è collegata da una ripida scalinata con ben 131 scalini. La cappella più antica dell’edificio risale all’XI secolo, nel corso dei secoli sono state erette altre tre piccole chiese, due cappelle e sette edicole della Passione. Ci sono varie leggende su San Romedio e la più nota è sicuramente quella che riguarda un orso. Si narra che l’eremita Romedio ormai anziano era diretto a cavallo a Trento, per incontrare il Vescovo, ad un certo punto il cavallo viene sbranato da un orso, ma Romedio sarebbe riuscito a rendere mansueto l’orso cavalcandolo fino a Trento.
Questa mattina eravamo solo noi due, Giovanna ed io, il freddo era pungente, il sole illumina la conca solo verso le 10 e ancora non era arrivato, il pensiero è andato a quei monaci dell’anno 1000, a San Romedio che da nobile ricco scelse qui luna grotta in cui vivere, luoghi allora impervi e selvaggi…e decisamente freddi. Attualmente è custodito da due frati dell’Ordine di San Francesco d’
Sulla strada abbiamo passato il lago di Molveno e gli splendidi resti di Castel Belfort, anche se in parte diroccato, è ancora imponente e chiaramente visibile. Presenta ancora l’antica torre merlata, circondata dalle vaste mura perimetrali di forma rettangolare. Mentre piani e soffitti sono purtroppo ormai da tempo crollati. Il castello risale al 1311, quando Enrico conte di Tirolo concesse l’autorizzazione ad erigere una torre con edifici adiacenti a Tissone, figlio di Geremia I ed eredi, con concessione in feudo perpetuo.