1538, Amazzonia. Un gruppo di conquistadores spagnoli si avventura alla ricerca di una mitologica città completamente costruita con l’oro. Formano allora un commando di soldati – accompagnati da due donne e una manciata di indiani nativi – che, spronati dal bisogno di fuggire dalla loro miseria in Spagna, si sono gettati in questa assurda impresa. Anche la Chiesa è al loro fianco, come lo è un rappresentante del re, che a poco a poco scrive un resoconto di questo viaggio nel cuore delle tenebre.
Il film mi piaciuto molto, l’ho trovato credibile storicamente, ben interpretato, soprattutto da Raúl Arévalo noto a livello internazionale soprattutto per il ruolo del detective Pedro nel film La isla mínima. Il suo esordio alla regia, La vendetta di un uomo tranquillo, ha vinto quattro premi Goya, tra cui miglior film, miglior regista esordiente e miglior sceneggiatura originale
Candidato a 8 premi Goya tra cui Miglior Film. Tratto dal romanzo di Arturo Pérez Reverte, autore pubblicato regolarmente in Italia da Salani e Bompiani autore anche del romanzo Capitano Alatriste da cui lo stesso regista Agustín Díaz Yanes ha tratto il film Il destino di un guerriero.