Tutto quel buio di Cristina Astori, Elliot edizioni
Susanna Marino, una studentessa squattrinata laureata in cinema, viene incaricata da un misterioso collezionista torinese di ritrovare una preziosa pellicola degli anni Venti, scomparsa durante l’occupazione nazista. Il regista è l’ungherese Károly Lajthay, il titolo Drakula halála. Si dice infatti che sia questo, e non il Nosferatu di Murnau, il primo film in cui compare il personaggio di Dracula di Bram Stoker; nessuno però è mai riuscito a trovarlo, o, se l’ha fatto, non l’ha potuto raccontare. La pellicola pare infatti maledetta, e una mano misteriosa uccide chiunque tenti di venirne in possesso. Una volta giunta a Budapest, Susanna dovrà muoversi in una città dalle atmosfere espressioniste, tra tetti acuminati e oscuri sotterranei, in mezzo a cacciatori di pellicole privi di scrupoli, poliziotti sospettosi e ambigui musicisti noise, lungo una pista di sangue che affonda le radici in un tragico passato.