I mostri vincono a Venezia, vincono 2 Golden Globes e non sappiamo ancora quanti Oscar. Il film di Guiiermo del Toro è una delicata storia d’amore ambientata negli Stati Uniti durante i primi anni della Guerra Fredda. Seguo Del Toro dai tempi de Il labirinto del fauno, si tratta di un autore con una forte personalità che ama un determinato cinema, questo è senz’altro il suo capolavoro. Il film non è un blockbuster e infatti negli Stati Uniti ha incassato pochissimo ma il mio consiglio è di andarlo a vedere!
La favola fantasy di Del Toro, storia d’amore tra una donna delle pulizie muta e un essere acquatico, mostro per il governo americano e dio per il popolo azteco che lo adorava nella foresta prima che venisse catturato, è stato candidato in quasi tutte le categorie possibili. È la storia di Elisa (Sally Hawkins nominata come miglior attrice) una giovane donna, orfana e muta che vive a Baltimora nell’epoca della Guerra Fredda. Nonostante il passato difficile e il suo handicap è riuscita a costruirsi un suo piccolo mondo apparentemente perfetto; fatto del suo lavoro notturno come donna delle pulizie di un laboratorio governativo che custodisce esperimenti top secret, dell’amicizia con la collega Zelda (la fantastica Octavia Spencer, nominata come miglior attrice non protagonista), del rapporto padre-figlia con il vicino di casa artista pubblicitario omosessuale, della loro passione comune per i musical anni Quaranta e della sua fissa per le scarpe. Quando nel laboratorio dove lavora arriva, in cattività, una creatura misteriosa con gambe, braccia e testa come noi ma interamente coperto di squame che il governo americano vuole sfruttare come cavia nella corsa allo spazio, Elisa scopre un essere che la guarda per quello che è senza compatimento e senza morbosa curiosità. E se ne innamora.
“La fantasia è molto politica ma oggi in cui paura e cinismo vengono usati in modo pervasivo penso che l’unica strada sia credere nell’amore – aveva detto il regista a Venezia, dove il film ha vinto il Leone d’oro – È difficile parlare di emozioni in questi tempi cinici, ma i Beatles e Gesù non possono essersi sbagliati entrambi“. Gran film, poesia allo stato puro.