Twin Peaks è tornato in grande stile con un film da 18 ore, come ha dichiarato più volte David Lynch. È tornato e dividerà, sarà per pochi intimi come sempre… probabilmente incompreso.
Ebbene si dopo ben 25 anni il mito ritorna. E’ un gran periodo di ritorni, ad ottobre sarà il momento di Blade Runner con un sequel diretto dal grandissimo Denis Villeneuve che garantisce il massimo della resa, più del suo vero “padre” quel Ridley Scott che da anni non azzecca più un capolavoro, l’ultimo Alien Covenant ne è la dimostrazione.
Per Twin Peaks sarà la stessa delusione? E’ con questo animo che mi appresto a vedere la premiere.
Ma dopo la visione ogni timore passa. Questa è la summa della sua creatività, un’opera d’arte totale che non ha narrazione, c’è una storia ma è narrata alla sua maniera, scritta, diretta e pensata da lui con l’ausilio di Mark Frost. Alcune parti sono un delirio totale, sono forma, o deformità, colore e atmosfera, un dipinto astratto, un concentrato della sua poetica: vita e morte, passato e futuro, reale e irreale, la teoria degli opposti, il doppelganger è ovunque. Per cui il mio consiglio è di abbandonarvi a questa esperienza, l’ultima, che ci proporrà Lynch, il suo lascito. Remember 430.
P.s. Tra le mille domande una su tutte, chi è il miliardario dietro alla glass box che mi ha riportato con il pensiero al bunker della stazione cigno di Lost?