La ragazza senza nome è il primo film dei fratelli fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne che vedo, ho letto che le loro opere si distinguono spesso per il basso costo della produzione, il crudo realismo della narrazione e gli attori spesso e volentieri non professionisti. Percui se il film non mi è piaciuto molto non è certo colpa dei due registi ma mia che mi aspettavo un vero e proprio giallo legato ad una morte misteriosa, invece mi sono trovato di fronte ad un film di denuncia il cui scopo è svegliare le coscienze di fronte a quello che accade agli immigrati tutti i giorni sotto i nostri occhi. Sembra quasi che sia un messaggio per ogni uno di noi, indifferenti, ostili spesso verso gli “altri”. Lo stile è documentaristico, semplice, senza orpelli come credo nel loro stile. Decisamente un film da cineforum.
Trama
Jenny Davin è una giovane dottoressa molto stimata al punto che un importante ospedale ha deciso di offrirle un incarico di rilievo. Intanto conduce il suo ambulatorio di medico condotto dove va a fare pratica Julien, uno studente in medicina. Una sera, un’ora dopo la chiusura, qualcuno suona al campanello e Jenny decide di non aprire. Il giorno dopo la polizia chiede di vedere la registrazione del video di sorveglianza dello studio perché una giovane donna è stata trovata morta nelle vicinanze. Si tratta di colei a cui Jenny non ha aperto la porta. Sul corpo non sono stati trovati documenti. A questo punto, tormentata dai sensi di colpa, Jenny decide di scoprire l’identità della ragazza, per poterle dare almeno una degna sepoltura.