Molti pensano che Pablo Larrain, 41 anni cileno sia il miglior regista mondiale. Io dopo aver visto i suoi ultimi 4 suoi film: NO – I giorni dell’arcobaleno, Il club, questo Neruda e Jackie penso che dia il meglio di se nel raccontare la storia del proprio paese, il Cile. In questo ad esempio di supera e raggiunge un grado di perfezione pazzesco. Senza una sbavatura ci conduce per mano raccontandoci l’avventura umana di un uomo senza mezze misure come Pablo Neruda. Una grottesca maschera tronfia e pomposa che si dichiarava comunista ma che amava vivere da borghese tra orge e stravizi, dal pessimo carattere e troppo pieno di se, il poeta e il politico, Neruda, la ribellione da una parte, l’amore dall’altra. L’ispettore inventato dalla mente di Neruda è il colpo di genio e diviene il filo conduttore di tutto il film. Un personaggio secondario affascinato alter ego del protagonista Neruda.
Trama
Cile, il governo di Gabriel Gonzalez Videla, eletto grazie ai voti della sinistra, sceglie di abbracciare la politica statunitense e di condannare il comunismo alla clandestinità. Pablo Neruda, poeta, senatore e massima personalità artistica del Paese, avversa decisamente questa decisione, fino a diventare il ricercato numero 1. In accordo con il partito comunista, Neruda sceglie l’esilio anziché il carcere, ma per riuscire a fuggire deve fare i conti con Oscar Peluchonneau, l’ispettore di polizia che Videla sguinzaglia contro di lui.