Anne Fontaine è una regista che mi piace parecchio e che avevo conosciuto con opere come Two mother e Gemma Bovery film dove la figura femminile è al centro, preponderante. In questo Les Innocentes le protagoniste femminili sono parecchie, ed è stato un vero pugno nello stomaco forse perchè si basa su un fatto vero. Si tratta di una storia tremenda, di violenza perpetrata nel silenzio gelido di un convento, tra i corridoi spogli e le celle severe di un gruppo di suore violentate dai soldati sovietici e rimaste incinte.
“Quando ho scoperto questa storia sono rimasta sconvolta. Certo ho costruito intorno a questa vicenda reale un po’ di fiction. Ma l’ambiente in qualche modo fa parte del mio mondo. Ho due zie suore e mio padre faceva l’organista in Chiesa. Va detto che in Polonia il fatto è stato del tutto cancellato e sepolto, ma ho avuto la soddisfazione che dopo la proiezione di Agnus Dei in Vaticano, mesi fa, il vescovo Guilherme Henriques de Carvalho ha detto che questo è un ‘film terapeutico per la Chiesa”. Anne Fomtaine
Sugli stupri di guerra ai danni delle religiose, conclude con forza la prof. Lucatta Scaraffia, “ci sono stati ben cinque monasteri durante la guerra in Bosnia con stupri ai danni di suore, ma il Vaticano non ha mai ammesso nulla. Quelle rimaste incinte sono state solo espulse dai loro conventi. Ma la cosa più grave è che molti di questi stupri avvengono all’interno della Chiesa e da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Quindi stupri e basta“.
E ancora la storica: “Non si può migliorare la situazione delle donne all’interno della Chiesa cattolica finché non si aiutano quelle violentate nel suo ambito e ci si occupa dei loro bambini. Venti anni fa, con grandissimo coraggio c’è chi denunciò questo fenomeno. Spero ora ci siano tentativi di eliminare queste vergogne che saranno però punite solo se verranno alla luce. Sta alle donne farlo, credo sia solo un loro problema“.
Trama:
Nel dicembre del 1945 una giovane francese appartenente alla Croce Rossa e studentessa di medicina, Mathilde Beaulieu (Lou de Laage), viene inviata in Polonia come componente di una missione medica per assistere i sopravvissuti francesi della guerra. In un vicino convento una suora esce furtivamente in cerca di aiuto medico e entra in contatto con Mathilde. La stessa Mathilde incapace di capire quello che le sta dicendo la suora le consiglia di recarsi alla croce rossa polacca, liquidandola frettolosamente. Ore più tardi, dopo aver terminato la sua opera di assistenza in un intervento chirurgico, Mathilde vede la suora fuori il capanno inginocchiata nella neve in preghiera. Mathilde decide quindi di andare con la suora al suo convento, dove le viene mostrata una giovane consorella in preda ai dolori di travaglio. Rendendosi conto che è un parto podalico Mathilde esegue con successo un cesareo d’emergenza. Suor Maria, una suora bilingue, che è in grado di comunicare con Mathilde in francese, la informa che ci sono un totale di sette suore in stato interessante dopo essere state violentate da soldati sovietici più volte nell’arco di diversi giorni.