Cari vecchi fantasmagorici e fieri anni Ottanta, da qualche anno è innegabile che la voglia di raccontarli sia uscita allo scoperto, vedi Super 8 o Stranger Things o Donnie Darko di qualche anno più addietro.
Uno dei primi Nerd che ha voluto ricordare gli anni gloriosi è stato Ernest Cline. Nato come informatico ha dedicato un libro alle sue reali passioni, ovvero internet e la cultura pop (è autore anche della sceneggiatura del film Fanboy).
Nello scenario immaginato in Player One (Steven Spielberg dirigerà il film che uscirà nel 2018) da Ernie Cline l’occidente tecnologicamente avanzato si trova all’impasse. Per resistere a un quotidiano deprimente, il diciottenne Wade spende le sue giornate immerso nel mondo virtuale dell’OASIS, un videogame a metà strada tra World of Warcraf, l’holodeck di Star Trek: The Next Generation e Second Life. Pur essendo ambientato nel prossimo futuro, utilizza come sfondo e come cornice gli anni Ottanta, la cosiddetta Golden Age dei videogame, la decade di Lady Hawke, Blade Runner, Wargames Giochi di guerra, Ritorno al futuro, Explorers, Monkey Island, Casa Keaton, Il mio amico Ricky, Il ragazzi del computer, Simon & Simon, Pac-man, il mitico Falco (quello di Der Kommisar), Ultraman, Spheroids, Mazinga, i Muppets. Cline risolve così l’apparente paradosso: “Nel mio romanzo, l’intrattenimento elettronico e la nostalgia rappresentano le uniche vie d’uscita a un presente opprimente. Gli anni ’80 presentano un carattere esotico per Wade, perché non li ha mai vissuti in prima persona. In questo senso, il nostro eroe non è poi così differente dai diciottenni del 2011 che venerano Beatles e Rolling Stones, pur avendoli ‘conosciuti’ solo attraverso YouTube e l’iPod.”.
L’autore di Player One non ha alcun dubbio: non ci resta che sperare nei nerd. Se un tempo venivano presi in giro infatti oggi dominano la scena sociale e culturale del pianeta – si pensi all’influenza esercitata da Mark Zuckerberg, Will Wright, Sergey Brin e Larry Page sulle nostre vite.
Gli anni Ottanta sono una vera manna questo perchè il decennio del disimpegno totale (contrapposti agli anni ’70 dell’impegno politico) ha visto nascere tutti i tormentoni cari ai Nerd.
Nello scanzonato Memorie a 8 bit l’autore Sergio Algozzino disegna una divertente panoramica autobiografica su oggetti pop e cartoni animati di culto, che hanno costellato gli anni Ottanta.
Chi non ha mai fatto la collezione dei giochi delle merendine? Chi non ha mai passato ore e ore a giocare al Commodore 64? E che dire della pianola-mucca della famosa marca di yogurt? Con una serie di aneddoti a fumetti, Sergio Algozzino ripercorre i momenti più o meno felici, ironici e malinconici della sua vita, in quello che si può definire un romanzo di formazione in chiave pop.
«Molti oggetti sono depositari di ricordi: un anello, un vestito, una cartolina, una panchina…a volte è un odore a trasportarti nel passato, altre un sapore, e ogni minuto che passa sarà un ricordo per quello che verrà dopo».
In Per il potere di Grayskull Alessandro Apreda alias Doc Manhattan racconta gli anni 80 vissuti ad altezza di ragazzino. Quali erano le sacre regole del gioco del pallone che si applicavano nei campetti di tutta Italia? Perché le enciclopedie per ragazzi e il Commodore 64 avevano un loro lato oscuro della Forza? Qual era la fauna tipica di una sala giochi? Ma soprattutto, cosa ci hanno insegnato (di maledettamente sbagliato) Rocky Joe, Magnum P.I. e Top Gun?
Chiunque abbia vissuto quegli anni ha dei ricordi più o meno simili perché ha vissuto più o meno le stesse cose. Ha visto, gioito, goduto e si è meravigliato, di fronte all’arrivo dei robot giapponesi da Goldrake a Gundam, delle BMX, della musica dei Pet Shop Boys e dei Duran Duran, dei film di Indiana Jones e dei Goonies di Guerre stellari e The Black Hole senza dimenticare Incontri Ravvicinati del terzo tipo. Ha giocato a pallone nei campetti con gli amici, ha bazzicato le sale giochi che spuntavano come funghi impazzendo per Pac man e Space Invaders e ha visto nascere e morire i Paninari e le mode più assurde. Meraviglie e mostruosità degli anni Ottanta che per la loro spensieratezza ci mancano.
Alcuni tra i miei film anni’80 preferiti coincidono di sicuro con quelli amati da James Halliday (I film più belli per noi ragazzini nerd degli anni ’80 – prima parte).