Come donna innamorata di Marco Santagata, Guanda
Finalista, entrato nella cinquina, del Premio Strega 2015, narra la vita di Dante (in occasione del 750° anniversario della nascita), padre che trascura i figli per la poesia, ma quando il figlio Giovanni si ammala non lascia il suo letto, dicendo che “le convulsioni di Giovanni erano state le sue doglie, così si era scoperto padre“.
Bellissima inoltre la descrizione della Firenze dell’epoca (case-torri e case di pietra, dame velate, uomini agghindati e mendicanti, bimbi che giocano a guelfi e ghibellini, ponti vicoli orti palazzi e chiese non ancora oscurate dall’ombra sublime di Santa Maria del Fiore e Palazzo Vecchio), il suo rapporto con Cavalcanti e con la politica feroce di quegli anni, l’amore davvero platonico per Beatrice Portinari, unica vera musa.
Come si può continuare a scrivere quando la morte ti ha sottratto la tua Musa? È questo l’interrogativo che, l’8 giugno 1290, tormenta Dante Alighieri, giovane poeta ancora alla ricerca di una sua voce, davanti alle spoglie di Beatrice Portinari. Da quel momento tutto cambierà: la sua vita come la sua poesia. Percorrendo le strade di Firenze, Dante rievoca le vicissitudini di un amore segnato dal destino, il primo incontro e l’ultimo sguardo, la malìa di una passione in virtù della quale ha avuto ispirazione e fama. È sgomento, il giovane poeta; e smarrito. Ma la sorte gli riserva altri strali. Mentre le trame della politica fiorentina minacciano dapprima i suoi affetti – dal rapporto con la moglie Gemma all’amicizia fraterna con Guido Cavalcanti – e poi la sua stessa vita, Dante Alighieri fa i conti con le tentazioni del potere e la ferita del tradimento, con l’aspirazione alla gloria letteraria e il timore di non riuscire a comporre il suo capolavoro… È un Dante intimo, rivelato nella sua fragilità ma anche nella potenza della sua visione del mondo, quello che Marco Santagata mette in scena in un romanzo che restituisce le atmosfere, le parole, le inquietudini di un Medioevo vivido e vicino. Il sommo poeta in tutta la sua umanità: lacerato dall’amore, tormentato dall’ambizione, ardentemente contemporaneo.