Il caso spotlight, Truth ma prima di questi La regola del gioco. Il 2015 è stato l’anno del giornalismo al cinema, quel giornalismo d’inchiesta duro e puro, prima dell’avvento di internet.
Il film è un buon film che si regge tutto sulle spalle di un gran bravo attore, Jeremy Renner, credibile dalla prima all’ultima scena mantenere il vigore di una denuncia fondamentale che tocca un nervo scoperto dell’amministrazione USA.
La regola del gioco è tratto dalla storia vera del giornalista premio Pulitzer Gary Webb, che negli anni novanta ha realizzato un’inchiesta che lo ha portato dalle prigioni della California ai villaggi del Nicaragua, alle stanze del potere di Washington D.C. Secondo la sua inchiesta la CIA agevolava lo spaccio negli Stati Uniti per finanziare i Contra in chiave anti-sandinista.
Il suo lavoro investigativo, alla fine, ha rischiato di mettere in pericolo non soltanto la sua vita professionale, ma anche la sua famiglia e la sua vita.
Nel dicembre 1997 Webb lasciò il San José Mercury News in polemica con il sottomansionamento cui era stato destinato dalla direzione. Non di meno, il premio Pulitzer non riuscì più a trovare impieghi presso grandi giornali. Abbandonato dalla moglie e depresso, il 10 dicembre 2004 Gary Webb fu trovato morto, con due colpi di fucile alla testa. Le autorità hanno classificato la sua morte come “suicidio”, ma permangono diversi dubbi. Infatti, è estremamente improbabile che un suicida riesca a spararsi una seconda volta dopo essersi già colpito alla testa; inoltre, pochi giorni prima di morire aveva confessato ad alcuni amici d’aver ricevuto minacce di morte e d’essere convinto di venire pedinato. Gary un grande giornalista ma soprattutto un grande uomo…