The Danish girl era l’ultimo grande film che mi mancava. Dunque la storia è conosciuta, si parla di un corpo, di carne in trasformazione, argomento complesso oggi figurarsi agli inizi del ‘900. Perchè nel 1926 in Danimarca Einar Wegener un paesaggista piuttosto conosciuto ha vissuto due vite, la prima con la moglie a Copenhagen, e la seconda a Parigi con il nome di Lili Elbe. Ha tentato poi la prima operazione chirurgica della storia finalizzata al cambio di sesso, cosa mai tentata prima e dagli innumerevoli rischi.
I due protagonisti Eddie Redmayne, bravissimo e Alicia Vikander forse ancora più brava di lui (e di una bellezza pazzesca ancora di più che in Ex_machina) sono diretti anche con una certa delicatezza da Tom Hopper (Il discorso del re) il problema è che tutto sembra accadere troppo velocemente e senza soluzione di continuità. Troppo, vero che la storia da raccontare doveva rimanere entro le due ora ma un travaglio simile aveva bisogno di essere descritto più in profondità. In definitiva non mi è piaciuto. Come detto prima rimane solo la grande interpretazione dei due attori e le scenografie, costumi e fotografia che lavorano come un comparto solo, con un’armonia d’intenti che si trasforma in puro piacere visivo, ma il film non coinvolge mai rimanendo freddo e distaccato.