Tennis, TV, trigonometria, tornado e altre cose divertenti che non farò mai più di David Foster Wallace, Minimum fax
Pubblicata dopo il successo mondiale di Infinite Jest, che consacrò Wallace come uno dei migliori narratori americani contemporanei, questa raccolta ne rivelò anche il talento di saggista e osservatore del proprio tempo. Esilaranti reportage «dietro le quinte» da un’edizione degli Open Canadesi di tennis e dal set di Strade Perdute di Lynch; fotografie inedite della vita di provincia americana in un Midwest animato da bizzarie metereologiche e chiassose fiere campionarie; geniali riflessioni sul rapporto di odio/amore fra la televisione e la narrativa contemporanea. In sei saggi sui generis, Wallace ci offre un’analisi caleidoscopica della società e della cultura postmoderna condotta al tempo stesso con lo sguardo acuto e distaccato del critico e quello entusiasta del fan, e percorsa da una vena inesauribile di ironia.
I saggi presenti nella raccolta sono:
– Tennis, trigonometria e tornado
– E Unibus Pluram: Gli scrittori statunitensi e la televisione
– Invadenti evasioni
– Che esagerazione
– David Lynch non perde la testa
Saggio che parte dalla partecipazione dell’autore a parte delle riprese del film di David Lynch Strade perdute. Wallace è un ammiratore del regista, e buona parte del saggio consiste in analisi del lavoro pregresso di Lynch, del suo immaginario e della sua produzione artistica, corredata da un’ipotesi finale, riassunto delle argomentazioni espresse nelle pagine precedenti, della concezione del “male” e sulla natura dell’opera di Lynch.
– L’abilità professionistica del tennista Michael Joyce come paradigma di una serie di cose tipo la scelta, la libertà, i limiti, la gioia, l’assurdità e la completezza dell’essere umano