The man in the high castle – prima stagione

Questo è stato sicuramente, almeno per quello che riguarda le serie tv l’anno di Philip K. Dick. Molte opere dell’autore di fantascienza più originale e noto al mondo erano state già trasposte al cinema, come Blade Runner, Minority Report e Atto di forza e ispirazioni dickiane sono rintracciabili in pellicole come Apri gli occhi, Dark City, Memento, L’esercito delle 12 scimmie, Il tredicesimo piano e tutti i film radunati nel genere Tra realtà e finzione.
Quest’anno sono state ben due le serie tv derivanti da opere dickiane, The man in the high castle prodotta da Amazon e Minority Report prodotta da Fox. Della prima è stata annunciata una seconda stagione mentre la Fox ha ridotto da 13 a 10 le puntate della prima per carenza di ascolti, in effetti dopo aver visto le prime due puntate ho abbandonato anche io lo show. The man in the high castle invece vale assolutamente la pena di essere visto perchè Frank Spotnitz riesce a restituirne lo spirito grazie soprattutto ad una attenta cura dei dettagli nella messa in scena (scenografie, costumi etc) degli Stati Uniti divisi tra Grande Reich Nazista e Stati Giapponesi del Pacifico nel 1962 post guerra mondiale persa dagli Alleati.

Notevole l’idea di sostituire il romanzo immaginario citato da Dick (La cavalletta non si alzerà più – The Grasshopper Lies Heavy) con una serie di pellicole realizzate con spezzoni dei filmati girati dagli Alleati vittoriosi perché più immediate e di forte impatto.

Per il resto mi sono piaciuti i personaggi da Juliana Crain (Alexa Davalos) all’Obergruppenführer nazista John Smith (Rufus Sewell) fino all’ Ispettore Giapponese Kido (Joel de la Fuente). Il finale di stagione non chiude le storyline anche per tenere nascosta l’identità del misterioso Uomo nell’Alto Castello (sebbene più di un indizio lasci pensare che si tratti proprio di un invecchiato Fuhrer) e fa virare la storia finalmente da ucronica a fantascientifica (le ultime due puntate soprattutto). Nella seconda stagione credo che si alzerà il tiro anche a livello di narrazione e penso che ne vedremo delle belle, anche Philip K. Dick avrebbe apprezzato.

Trama:
La storia si svolge nel 1962 e ha come protagonisti Juliana Crain, Joe Blake, e Nobusuke Tagomi.

Juliana Crain è una giovane donna che vive a San Francisco insieme al fidanzato Frank. Un giorno, mentre torna a casa, Juliana incontra la sua sorellastra Trudy che le affida una bobina chiamata “La cavalletta non si alzerà più“. Nella bobina è contenuto un video che mostra gli Alleati sconfiggere la Germania e il Giappone. Trudy viene in seguito uccisa dalla polizia giapponese e Juliana frugando tra i suoi effetti personali, scopre che era diretta a Canon City, nello Stato delle Montagne Rocciose. Juliana decide quindi di recarsi a Canon City per scoprire la verità.

Joe Blake è un ragazzo di 27 anni che vive a New York. È una spia nazista che lavora per l’Obergruppenführer John Smith. Joe entra in contatto con alcuni membri della resistenza, che gli affidano un carico da trasportare a Canon City; arrivato a destinazione, Joe scopre un vano segreto sotto il camion, nel quale è contenuta una copia de “La cavalletta non si alzerà più“.

Nobusuke Tagomi è un ufficiale giapponese che lavora a San Francisco. Preoccupato dalla situazione politica tra Germania e Giappone, Tagomi incontra segretamente l’ufficiale nazista Rudolph Wegener per discutere del futuro dei due paesi una volta che Adolf Hitler sarà morto. Le due potenze si trovano in una pericolosa situazione di tensione, ma Wegener è fermamente convinto che il successore di Hitler non si farà alcuno scrupolo ad usare la bomba atomica contro il Giappone al fine di ottenere il controllo sugli Stati Americani del Pacifico.