Anne Fontaine (Gemma Bovery) è ormai un nome all’interno del complesso e variegato cinema francese. Se François Ozon ama analizzare l’ambiguità e la sottile perversione delle dinamiche sessuali e Christophe Honoré spinge invece il pedale sull’acceleratore dell’eccesso narrativo ed estetico la regista di origini lussemburghesi preferisce portare l’attenzione sulla complessità del sentire e su come il trascorrere del tempo influisca sul coinvolgimento anche sul piano sessuale. Non teme sicuramente di affrontare i tabù e questa volta ha disposizione due attrici belle ed esperte come Naomi Watts e Robin Wright che interagiscono con due giovani promesse del cinema: Xavier Samuel e James Frecheville
Fontaine immerge i suoi personaggi nella luce del sole e in un paesaggio affascinante ma fa vivere loro quella che essi stessi percepiscono come una trasgressione facendone emergere le pulsioni ma anche le contraddizioni. Tralasciamo il fatto che i due figli sembrino due modelli di Dolce e Gabbana (eccessivamente belli e con un legame, come le loro madri, al limite dell’omossessualità) e le due madri non invecchino praticamente mai ma il film mi è piaciuto perché descrive una realtà possibile, plausibile ma senza giudicare questo “strano” rapporto.
Trama:
Australia. Roz e Lil sono amiche sin da quando erano bambine. Si sono poi sposate ed hanno avuto due figli, Tom e Ian. Lil è rimasta presto vedova avendo però sempre accanto a sostenerla la famiglia di Roz. I due bambini, col passare degli anni, sono divenuti due splendidi ragazzi. Il marito di Roz si vede offrire un ottimo lavoro a Sidney dove finisce con lo stabilirsi facendo ogni tanto ritorno a casa. Nel frattempo accade qualcosa di molto particolare: Tom e Ian iniziano una relazione l’uno con la madre dell’altro.