X + Y è uno dei film più belli visti quest’anno, opera prima di Morgan Matthews, un gran film con attori meravigliosi, due su tutti, un’intensa Sally Hawkins (Non lasciarmi, Blue Jasmine) e il mostruoso Asa Butterfield (Wolman, Hugo Cabret, Ender’s Game, Il bambino con il pigiama a righe), di una bravura tale da trattenere a stento le lacrime a fine film, incredibile talento, il più bravo della sua generazione. Il film mi ha ricordato tantissimo La teoria del tutto film sulla vita di Stephen Howking non solo per l’ambientazione matematica ma bensì perchè entrambi i protagonisti devono lottare contro una subdola malattia, Howking contro la distrofia degenerante, Nathan il protagonista di X+Y contro un’autismo che lo costringe all’interno di una corazza permeabile alle emozioni. Ho amato veramente questo film, soprattutto le scene girate a Cambridge. Consigliatissimo.
Solo nelle dimostrazioni dell’algebra o fra i lati di un triangolo isoscele, il bambino e poi adolescente Nathan si sente al sicuro. Si sveglia e pensa ai numeri, per addormentarsi ripassa la serie di Fibonacci, e al padre che gli chiede che cosa voglia disegnare con la scia di un fuoco d’artificio, Nathan risponde: «353». Le sue parole vengono fuori interrotte, comunicare è la sua sfida esistenziale: difficile aprirsi con una madre dai modi buoni e attenti, ma in fondo monotoni, impossibile farlo con gli specialisti che vedono nella sua forma di autismo una caratteristica che lo rende unico, e non semplicemente diverso dagli altri. L’unico appiglio al dialogo è il professor Humphreys, nei cui passi scoordinati si riflettono tutte le idiosincrasie del ragazzo. Mr. Humphreys lo sprona a partecipare alle Olimpiadi della Matematica, gare come quelle di chi fa sport «ma per chi va forte lì», dice, mentre col dito si indica ripetutamente la tempia. Nathan, allora, va a Taiwan per allenarsi in un campus dedicato: è qui che incontra la sua compagna di studi, Zhang Mei, il cui fare vivace mette completamente in crisi le sue certezze. Da questo incontro con le emozioni, complicate ma legate alla vita come le note musicali lo sono alle frequenze della fisica, Nathan capisce che per accogliere l’amore, per stare con la persona che «ti fa funzionare il cervello in maniera diversa», non esistono formule da applicare, ma solo treni da rincorrere, persone che non si devono lasciare andare via.