’71

Premetto che ’71 è un opera che non lascia indifferenti, a me è piaciuto tanto, soprattutto il fatto che per le scene in cui il soldato Hook deve tirarsi fuori dal territorio ostile ispirazione palese siano film come I guerrieri della Notte di Walter Hill o 1997: fuga da New York di John Carpenter. Il cinema britannico non è certo nuovo a narrazioni che consentano di ripensare il lungo conflitto che insanguinò l’Irlanda del Nord, da Jim Sheridan (Nel nome del padre) a Ken Loach (Il vento che accarezza l’erba) passando per Paul Greengrass (Bloody Sunday) e Steve McQueen (Hungers) è lunga la lista dei registi importanti che hanno affrontato la spinosa questione.
In questo caso siamo dinanzi a un esordio nel lungometraggio di un regista acclamato per la serie Top Boy il quale non è tanto interessato ad indagare su torti e ragioni degli uni e degli altri o alla ricostruzione storica. Gli interessa invece proporre una riflessione (non dimenticando lo spettacolo) sul ruolo assegnato a giovani, ragazzi e bambini in qualsiasi conflitto e ancor più in quelli che lacerano al proprio interno una nazione. A partire dalla recluta Hook, ’71 è un susseguirsi di speranze, fragilità, possibilità di futuro che vengono infrante da una logica demolitrice di qualsiasi ideale che non sia portatore di morte per il ‘nemico’ del momento. Chi sembra voler combattere per un futuro migliore da consegnare alle nuove generazioni in realtà ne sta bruciando, giorno dopo giorno, idealmente e materialmente le esistenze. ’71 è uno di quei film che ti fanno toccare con mano la follia della guerra, come gli acclamati Valzer con Bashir, LebanonAmerican SniperBlack Hawk DownThe Hurt Locker.

Inghilterra 1971. L’Irlanda del Nord è insanguinata dalla guerra civile tra cattolici indipendentisti e protestanti filobritannici, che si combattono a suon di attentati e sparatorie, a cui partecipano unità paramilitari, bande di irregolari e di criminali. Tra i soldati di Sua Maestà impiegati per le strade della capitale irlandese c’è la recluta Hook. Quando, durante un combattimento, si trova solo e sperduto tra le linee nemiche, ha inizio per lui una notte da incubo, in cui dovrà fronteggiare in prima persona il terrore e l’angoscia nati dall’odio fratricida.