L’uomo di Marte di Andy Weir, Newton Compton
Bello, letto in 2 giorni, scritto in modo semplice ma con un ritmo tale da non voler smettere fino alla fine, un’uomo solo e un pianeta ostile, una storia incredibilmente credibile. Sarà difficile per il film di Ridley Scott con Matt Damon protagonista ricreare la stessa ironia.
Mark Watney è stato uno dei primi astronauti a mettere piede su Marte. Ma il suo momento di gloria è durato troppo poco. Un’improvvisa tempesta lo ha quasi ucciso e i suoi compagni di spedizione, credendolo morto, sono fuggiti e hanno fatto ritorno sulla terra. Ora Mark si ritrova completamente solo su un pianeta inospitale e non ha nessuna possibilità di mandare un segnale alla base. E in ogni caso i viveri non basterebbero fino all’arrivo dei soccorsi. Nonostante tutto, con grande ostinazione Mark decide di tentare il possibile per sopravvivere. Ricorrendo alle sue conoscenze ingegneristiche e a una gran dose di ottimismo e caparbietà, affronterà un problema dopo l’altro e non si perderà d’animo. Fino a quando gli ostacoli si faranno insormontabili…