Mu la città perduta è l’ultima avventura della serie di Corto Maltese pubblicata mentre l’autore era ancora in vita. Un albo che Pratt desiderava rappresentasse “il ritorno dell’avventura avventurosa” una grande avventura fuori dei confini spazio-temporali.
Con questa storia l’autore voleva infatti, come raccontato da Dominique Petitfaux (firma di All’ombra di Corto) “dare la propria interpretazione del mito del continente scomparso, sfruttare l’aura misteriosa dell’Isola di Pasqua e celebrare a modo suo il cinquecentenario della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo”. Mu ci conduce dunque, al seguito di Corto, alla ricerca del continente perduto, ma soprattutto in un’avventura “non solo più onirica che reale, ma anche più ironica che onirica”, teatro per un’imperdibile galleria di personaggi già incontrati e amati negli albi precedenti: Tristan Bantam, il professor Steiner, Bocca Dorata, Rasputin, Levi Columbia.
Mu è un mitico continente scomparso nell’oceano Pacifico, descritto dall’angloamericano James Churchward (1851-1936), sulla base di una traduzione – poi rivelatasi completamente errata[1] – del XIX secolo dall’abate fiammingo Charles Étienne Brasseur de Bourbourg da un manoscritto Maya. Secondo le attuali conoscenze scientifiche l’esistenza di un tale continente non è compatibile con la storia geologica del Pacifico.