Terzo film della saga di Bryan Mills, ex agente della CIA. Classico film spara e fuggi che però è godibilissimo. Sarà mai possibile per l’ex agente speciale Bryan Mills trovare un po’ di pace accanto a sua figlia e magari tra le braccia della ex moglie? Pace meritata sul campo dopo aver affrontato la mafia albanese a Parigi e poi sui tetti di Istanbul, perché tra un inseguimento e l’altro se ne cogliesse appieno la bellezza.
Pace negata da Luc Besson, produttore di Taken che rilancia e mette addirittura nel sacco il suo eroe, accusato di uxoricidio. Raggiunto a domicilio dai super cattivi di turno, sempre armati e sempre pestati dai pugni analogici di Liam Neeson, Bryan Mills è ancora una volta coinvolto, provocato, richiamato alle armi e costretto a mettere al proprio posto il nemico tra esplosioni e colpi di pistola, inseguimenti e deragliamenti.
Padre amorevole e indistruttibile, che dispensa sorrisi e cazzotti, Bryan Mills sopravvive a incidenti automobilistici, a cadute sulla schiena, a frontali con aerei e a un terzo episodio ormai esangue.
Sette anni dopo il primo e tre anni dopo il secondo con un sempre in forma Liam Neeson e un grande Forest Whitaker nel ruolo del detective.