La pietra per gli occhi. Venetia 1106 d.C. di Roberto Tiraboschi, Ediz. e/o
È il periodo del giallo storico, da quando ho preso la decisione di scrivere il mio primo libro, un giallo storico per l’appunto mi sto cibando quasi esclusivamente di gialli e saggi sul periodo storico nel quale ho deciso di ambientare il mio romanzo. Segnalo percui volentieri questo romanzo di Roberto Tiraboschi su un periodo del tutto vergine della storia di Venezia, Venetia dovrei dire.
Venezia, Anno Domini 1106. La città che conosciamo, ricca, potente, con i suoi maestosi palazzi e chiese, non è ancora nata: è solo un agglomerato di isolette di fango rubate alla laguna. Questo è il paesaggio che si presenta a Edgardo d’Arduino, giovane chierico amanuense dell’abbazia di Bobbio, quando arriva a Venezia. Una malattia l’ha colpito agli occhi, la vista vacilla, e per uno scriba dedito alla copiatura questo significa la fine di tutto. Edgardo ha avuto notizia che a Venezia, città di vetrai, conoscono un rimedio che guarisce gli occhi malati: una pietra per leggere, “lapides ad legendum”, che permette di continuare a vedere. Edgardo comincia la sua ricerca disperata della pietra miracolosa e viene subito in contatto con il mondo dei fiolari, i vetrai di allora, molto numerosi e attivi. Ma è appena stato commesso un delitto atroce: un giovane garzone è stato trovato morto con gli occhi cavati; al loro posto uno schizzo di vetro trasparente… La ricostruzione attenta e storicamente attendibile di una Venezia medievale mai raccontata prima fa da sfondo a una storia d’amore e di riscatto, attraversata da delitti orribili.