Come un film della stagione scorsa, Ougust Osage County, tutto parte da un funerale. The Judge è un gran bel film, un dramma famigliare veramente bello, dialoghi brillanti e due ottimi attori, Robert Downey Jr. e Robert Duvall, assai convincenti nei ruoli di Hank e Joseph: Duvall regala una delle interpretazioni più sottili della sua carriera, da oscar, malgrado la sceneggiatura viri volentieri verso il melodramma, e Downey si allontana dalla recitazione da fumetto di Iron Man e The Avengers per ritrovare mezzitoni e sfumature, soprattutto attraverso lo sguardo.
Ma molte sono le scene originali e divertenti come ad esempio quella che una persona si possa valutare dall’adesivo attaccato sul retro dell’auto. Ma anche commuoventi come quella in cui il burbero giudice e il figlio iniziano a dialogare dopo anni. I colpi di scena sono decisamente tanti.
Hank Palmer è un avvocato difensore specializzato nel tenere fuori dal carcere i peggiori mascalzoni di Chicago. Molto tempo addietro ha lasciato la nativa Carlinville, cittadina dell’Indiana, perdendo ogni contatto con la famiglia di origine, con l’unica eccezione della mamma. Quando una telefonata gli annuncia che la madre è improvvisamente deceduta, Hank deve fare ritorno a Carlinville e confrontarsi con il suo più acerrimo nemico: suo padre Joseph, giudice della contea, uomo integerrimo e di grande severità, che non ha mai approvato il carattere ribelle e individualista del figlio. A funerale avvenuto, e dopo una serie di scontri verbali con papà, Hank sta per tornare a Chicago e lasciarsi di nuovo la famiglia alle spalle, ma il fratello maggiore Glen lo avverte che “il giudice”, come Joseph viene chiamato anche in famiglia, è stato accusato di omicidio. Sarà Hank a difenderlo.