Nella tana del bianconiglio di Rossano Baronciani, casa editrice Effequ
Stiamo subendo una vera e propria “mutazione antropologica” determinata dalle nuove tecnologie. Ne è convinto Rossano Baronciani che nel suo saggio “Nella tana del Bianconiglio” (Editrice Effequ) affronta aspetti e conseguenze della rivoluzione digitale. Ciò che il virtuale e la realtà aumentata ci stanno offrendo non è tanto il sogno di superare i nostri limiti, quanto piuttosto la promessa di poter assaporare ancora una volta la visione di una nuova soglia, perché con l’avvento dell’era post-umana non è espressa solamente l’idea del superamento della condizione umana, ma anche il concetto che quello che verrà sarà oltre l’uomo e, forse, nonostante l’uomo.
Nel 2012 Facebook ha raggiunto un miliardo di profili e il fatturato della Apple è stato di 156,5 miliardi di dollari. Le nuove tecnologie e le differenti dinamiche della comunicazione sono definitivamente affermate. Non si tratta di una semplice tendenza o moda contemporanea, quanto di una vera e propria mutazione antropologica delle masse e degli individui, una modifica radicale del nostro pensare e agire, poiché utilizzando smartphone e tablet come moderni strumenti della società dell’informazione, stiamo di fatto trasformando il nostro corpo, la nostra identità e, di conseguenza, anche quello che reputiamo essere giusto o sbagliato. Questa metamorfosi biologica e sociale, causata dall’avvento della ‘realtà aumentata’, passa attraverso la ridefinizione del modo con cui cerchiamo ed elaboriamo le informazioni, nonché della maniera con cui ci relazioniamo al nostro prossimo. Si aprono numerose strade che ci spingono a riflettere su temi sempre più attuali e, in alcuni casi, disorientanti: l’uomo sta attraversando un processo di smaterializzazione? Qual è la linea che separa l’organico dall’inorganico nel nostro corpo? E che ripercussioni ha tutto questo sull’agire etico?