Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, Mondadori
In un ipotetico paese è assolutamente proibita la lettura dei libri, in quanto questi snaturano i fatti, abbelliscono la realtà, costringono alla riflessione e impediscono alla gente di essere felice. Il capitano dei vigili del fuoco, ai quali è affidato il compito di scovare i libri, bruciarli e castigare i colpevoli, tiene in particolare considerazione Montag, il più solerte dei suoi subalterni. Ma questi, che nella moglie Linda trova un evidente modello della spersonalizzazione prodotta dal sistema del quale egli stesso è un difensore, incomincia a dubitare della validità del suo operato quando incontra casualmente Clarissa, una giovane istitutrice, la quale risveglia in lui il naturale desiderio di sapere e di conoscere.
La passione di Bradbury per i libri, che lo accompagnerà per tutta la vita, cominciò molto presto. Come cliente frequente delle librerie locali tra il 1920 e il 1930, spesso fece notare il suo disappunto per il fatto che non fossero rifornite di popolari romanzi fantascientifici (che direbbe adesso?), come ad esempio quelli di H. G. Wells, perché all’epoca non erano considerati abbastanza eruditi. Tra questo episodio e il venire a sapere della distruzione della Biblioteca di Alessandria, nel giovane uomo si fece strada la profonda consapevolezza della vulnerabilità alla censura e alla distruzione a cui sono soggetti i libri. Una volta diventato teenager Bradbury fu inorridito dal rogo dei libri perpetrato dal regime nazista e in seguito anche dalla campagna politica di repressione messa in atto da Stalin, le Grandi purghe, durante la quale numerosi poeti e scrittori, tra gli altri, furono arrestati e spesso giustiziati.
Nel 1966 il libro è stato trasposto in un omonimo film per la regia di François Truffaut. Nel 2004 al libro è stato assegnato il premio Retro Hugo come miglior romanzo 1954.