Quando parlavamo con i morti di Mariana Enriquez, Caravan Edizioni
Tre storie inquietanti nella Buenos Aires di oggi. Nella prima quattro ragazzine comprano una tavola ouija e iniziano a parlare con i fantasmi: cercano informazioni sui parenti e conoscenti desaparecidos, ma qualcosa va storto e un frammento di quel passato gioca un brutto scherzo a una di loro. Nel secondo racconto Silvina osserva in metro una giovane mendicante sfigurata dalle ustioni, la quale racconta ai passanti che è stato il compagno a ridurla così: di lì a poco gli ospedali si riempiranno di donne ustionate, ma dietro la violenza si nasconde un programmatico atto di ribellione. E poi c’è Mechi, che aiutando un giornalista nelle indagini su alcuni bambini scomparsi si affeziona al caso di una giovane prostituta, finché un giorno non la incontra: da quel momento tutti i bambini scomparsi iniziano a ritornare, silenziosi e identici al giorno della loro sparizione, anche a distanza di anni.