Questo film rimarrà scolpito per molto nella mia mente, perché un vero capolavoro. La Spia – A most wanted man è l’ultima grandiosa interpretazione di Seymour Hoffman ma anche una delle migliori trasposizioni di un romanzo di John le Carrè (che fu realmente una spia per l’MI6) al pari del recente capolavoro del 2011 La Talpa, de La casa Russia con Sean Connery e Michelle Pfeiffer e del Il sarto di Panama con Pierce Brosnan.
La figura di spia depressa e senza entusiasmi e difficilmente riconducibile all’immaginario spionistico abituale è la bellezza della letteratura e dei personaggi le carreriani, lontani dagli agenti segreti charmant e ipersessuati con un Martini in mano e una Walther PPK nell’altra (strada che anche Homeland la serie tv di successo sul genere spionistico ha seguito).
Sentimenti espressi alla perfezione sul volto di Philip Seymour Hoffman che stramerita l’oscar come migliore attore postumo. Un ruolo sofferente e silenzioso: nei panni dell’agente della sicurezza nazionale Günther Bachmann, Hoffman se ne va in giro come un pugile stanco, arrivato all’ultimo round della sua carriera di spia. Indimenticabile veramente.